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mercoledì 5 dicembre 2012

Valle d' Aosta un passato di storia sul confine...

...una regione che conserva tradizioni e storie di confine, con disseminati su ogni sperone di roccia, rovine o castelli ben conservati, che come sentinelle all' orizzonte vegliano sul passaggio delle valli sottostanti.

Lasciata la noiosa autostrada che ci ha portato velocemente fino ai confini della regione, si comincia a gustare l' anima e il vero paesaggio della regione lungo la via principale che seguendo a tratti il corso del fiume risale la valle, attraversando tipici paesini con ville a stile castello medievale.





Mentre curiosiamo con lo sguardo tra le rocce, ci troviamo, appollaiata su uno sperone al centro della valle che tende a restringersi, una fortezza di stile militare. Il forte di Bard prende il nome dall'omonimo comune, caratterizzato da una superficie assai ridotta, ma famoso nella storia, grazie alla presenza della costruzione che dal medioevo ha dominato lo spuntone roccioso che sbarra, fin quasi a chiudere completamente, la valle della Dora Baltea.

Lasciamo la via principale per entrare nell'abitato di Issogne, sorto sul lato destro della Dora, di fronte al borgo di Verres, dove si trova un altro celebre castello.

Il castello di Issogne, in origine di proprietà del vescovo di Aosta venne in seguito rilevato dalla famiglia dei Challant.


Parcheggiata la moto entriamo nei giardini che circondano la struttura e notiamo che la parola castello non corrisponde molto alla realtà della visione, più simile ad una residenza rinascimentale, ha torri angolari non molto alte. Giorgio di Challant trasformò il primitivo maniero nell'attuale sontuosa dimora con all' interno splendide pitture murali, opera dei migliori artisti dell'epoca.



Dopo aver curiosato in giro, ci godiamo un pò di sano relax all' ombra di grandi alberi che ornano il giardino, con lo sguardo che si perde nel verde dei boschi che coprono il versante delle montagne attorno.








Dopo aver camminato un pò nella storia alterniamo con un pò di mondanità visitando la famosa Saint-Vincent, paese turistico con un bel centro animato con negozi, locali e piazza adibita ad eventi, il Casinò e le famose terme.

La mappa cartacea mi indica che la prossima tappa è un' icona della mia fantasia, il castello di Fenis, visto e rivisto in tante foto con quell' aurea di posto abitato da condottieri, battaglie e fantasmi.



Parcheggiata la moto, ci si incammina lungo il breve tratto in pendenza che porta all' ingresso, mentre la mente rimugina osservando dove questa costruzione è stata iniziata nel lontano 1200.

Posta non in cima ad uno sperone di roccia a controllo di una valle, ma appoggiata su di una collinetta tra prati e boschi, sembra frutto più di una scelta di apparenza della dinastia dei Challant, che di scopo militare, confermato dal fatto che sembra non ci sia traccia storica di assalti o assedi.

Una zona di capannoni commerciali sostituiscono i prati a lato della strada e ci avvertono dell' entrata nel capoluogo di provincia che dà anche il nome alla regione, Aosta. Una porta romana accoglie l' entrata nella parte centrale del paese, giustamente pedonale. 


Parcheggiamo la moto accanto a una coppia tedesca, scambiando sorrisi e alcune espressioni con l' aiuto delle mani per complimentarli per il loro modo di viaggiare"on the road" con questo Bmw sidecar carico e stracolmo come un camper.


La passeggiata lungo la via principale si presenta gradevole grazie alla presenza di dimore che raccontano la storia di questi posti, già dalla presenza romana fino a tempi più recenti.



Abbelliti con fiori, i muri in pietra risaltano creando angoli affascinanti da scoprire, anche grazie alla giornata solare che genera giochi di ombre e luce amplificando i colori.


Un campanile punta verso il cielo azzurro, grafitato da nuvole bianche che ti rapiscono lo sguardo e ti trovi a volte fermo su un marciapiede con il naso all' in sù...










Mentre si guida con un occhio alla strada e l' altro rapito dalle costruzioni appoggiate a ogni sperone strategico, ci dirigiamo verso il passo del Piccolo San Bernardo, meta finale dell' escursione in questa piccola ma affascinante regione.








Il traffico scarso rende la guida piacevole e scorgo subito verso sinistra l' indicazione per il castello di Aymavilles. Le prime tracce storiche risalgono al 1278 con la costruzione di una torre rettangolare poi amplificato negli anni fino a diventare una splendida residenza. Lasciamo la via principale e dopo aver attraversato il fiume notiamo la sagoma della costruzione con le sue torri, posta sopra il paese.
L' immagine di questo castello, visto per la prima volta al lavoro e usata da un mio cliente come sfondo per un prodotto di packaging dalla cantina locale per i suoi vini, mi ha subito incuriosito e mi ripromisi che appena possibile me lo gustavo dal vivo...
Una strada dai numerosi tornanti porta sul passo, confine tra Italia e Francia, a 2000mt tra prati in cui il manto erboso viene mosso da una brezza frizzantina, come un mare dal movimento delle onde, alcune vette ricoperte di bianca neve come panna, il cielo di un azzurro intenso solcato da scie di aerei e il silenzio sibilato dei venti in quota.
Ci si ferma a lato della strada per gustarsi un pò di questa quiete e sperando anche di incrociare lo sguardo di qualche marmotta curiosa, retta sulle zampe posteriori mentre controlla i suoi territori.

Tutto questo girovagare tra le vette alpine mette appetito, complice anche l' aria di montagna, quindi al calar delle tenebre ci si concede un buon pranzo valdostano in un locale tipico e carino della zona...

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