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sabato 11 maggio 2013

Toscana all'ombra del Monte Amiata:




le dita corrono sulle cartine inserite nelle borse da serbatoio, mentre cerchiamo di capire quali siano le strade più gustose da percorrere, per arrivare nelle zone del monte Amiata, posto tra la Maremma, la val d'Orcia e la val di Chiana, che svetta con i suoi 1700 metri sul livello del mare.






Boschi, prati, centrali che sfruttano i vapori del sottosuolo, ci fanno compagnia mentre percorriamo il nastro di asfalto immerso nel verde con le nostre moto, fermandoci ogni tanto a goderci dei paesaggi. Merita una sosta la panoramica di Roccalbegna, piccolo borgo medioevale, situato su un pianoro tra due rupi a strapiombo.




Serata tranquilla per le vie di Sovana, piccolo intatto borgo medioevale, città del tufo, inserita nella categoria "borghi più belli d'Italia", posta nella provincia di Grosseto, all'interno della Maremma toscana. Zona di interesse storico per i vari ritrovamenti etruschi, il borgo è famoso per il mistero del ritrovamento del tesoro all'interno di una chiesetta e denominato "le monete d'oro di Sovana".





Lungo la via principale, un paio di osterie espongono i loro menù e quindi cominciamo la lettura per la scelta finale, che viene premiata con la nostra entrata e seduta a uno dei tavoli. Ci saziamo con crostini, tortelli maremmani, pici all'agliata, per concludere degnamente la giornata.








Nel dopo cena, la classica escursione notturna, utile come digestivo e per gustarsi la bellezza di questi borghi, con le illuminazioni dalle sfumature giallastre che donano atmosfere particolari alle ombre della notte e poi a nanna.


L' alba dell' ultimo giorno ci sveglia, con un cielo non proprio come uno può sperare in viaggio, piccole gocce di pioggia bagnano la moto, purtroppo bisogna accettarlo e si riparte per le ultime tappe verso il rientro a casa.






Viaggiamo su strade scavate tra pareti di tufo, affascinanti nella loro particolarità, ma purtroppo veniamo assorbiti da una gara ciclistica che ci costringe a una guida a singhiozzo, il che ci convince a fermarci e visitare anche Sorano, un altro bel borgo di queste zone di boschi, di fiumi, di terre del tufo.




Mentre il cielo minaccia pioggia e uno stand gastronomico di festa paesana diffonde profumi nell'aria, perlustriamo le stradine in un su e giù di scalinate e viuzze, fino al punto panoramico, da dove si gode un'ottima visuale a 360° tutt'intorno.


 

Recuperiamo le nostre moto e ripartiamo, ci aspetta una sosta a Siena, zona Piazza del Campo, dove si trova un'osteria di un amico dei nostri compagni di viaggio. Viaggiamo veloci verso la città del palio perchè l' orario per un bel pranzetto si avvicina e non si può arrivare in ritardo a certi appuntamenti.




Dopo qualche zig-zag con i terreni minati degli ZTL che oramai hanno invaso le città, finalmente ci rilassiamo attorno a un tavolo dell'osteria tra un buon bicchiere di vino, due chiacchiere sulla Motogp che ci guardiamo in tv, crostini vari, pici e tortelli e tanta allegria.







Anche se siamo un pelo in ritardo sulla tabella di marcia, sempre a causa della gastronomia, ci regaliamo un passaggio veloce nella famosa piazza della città, sempre magica nella sua visione d'insieme.











Purtroppo la giornata volge al termine, come anche il giro in Toscana, tristemente e non solo per il tempo, rientriamo attraversando la Val d'Orcia, la strada del Chianti, su fino al passo della Futa e della Raticosa, dove un tempo più da novembre ci accoglie con sferzate di vento e pioggia, scendiamo cautamente fino a Bologna, dove le nostre strade si dividono da quelle degli amici lombardi, ognuno torna alla sua vita quotidiana ma con la promessa di ritrovarsi al più presto...

Toscana profumi e paesaggi tra natura e leggende:




tre giorni "on the road" nel ponte del 1 Maggio, nati dalla voglia di reincontrare una coppia di simpatici amici lombardi, Davide e Lucia, incrociati e conosciuti nel viaggio 2012 in Normandia - Bretagna. 










Ci si ritrova all'uscita del casello di Imola, per percorrere la valle del Santerno, il passo della Futa, per poi entrare nella mitica Toscana, culla di civiltà, di belle strade e curve, paesaggi e ottimo mangiare.



Dopo km di gusto puro, seguendo il profilo delle colline, la prima tappa del vagabondaggio è siglata nell'arrivo  nel borgo di Certaldo Alto. Passeggiata d'obbligo nel paese posto su una collina della Val d'Elsa, tra filari di vigne, ulivi, cipressi e che diede i natali allo scrittore e poeta del 1300, Giovanni Boccaccio.






La camminata nella via principale, con le case restaurate in stile originale, trasporta con l'immaginazione a tempi passati e ci si gusta queste visuali con contorno di profumi "mangerecci" che si perdono nell'aria.










                       



La serata ce la godiamo passeggiando per il centro storico, tra palazzi storici di un'altro gioiello di Toscana, Volterra, che con il gioco di ombre e luci, vengono resi più magici. La cittadina si trova arroccata su di un alto colle che domina la Val d'Elsa, con le sue possenti mura, testimonianza di un passato di assalti e invasioni.







Ma tutto questo passeggiare, complice anche il viaggio, ci "obbliga" a inserire le nostre articolazioni sotto il tavolo di un'osteria proprio sotto le mura che circondano il borgo e ci gustiamo il lato culinario di questo angolo di Toscana, ben felici di ampliare la nostra cultura.


Cultura, storica e gastronomica, con l'aggiunta di un giro di liquori finali, accelera l'avvicinamento delle braccia di Morfeo, quindi si rientra alla base per il giusto riposo notturno, contenti della giornata vissuta, in compagnia di amici, tra risate e ricordi.









Un caldo sole toscano ci risveglia la mattina seguente, abbondante colazione e si riparte rombanti verso le zone del monte Amiata, con una tappa alla spada nella roccia di San Galgano, consigliata agli amici che ancora non hanno avuto la fortuna di vederla.

La strada scivola veloce, mentre lo sguardo si perde lungo i profili delle colline, curiosando tra i campi, con il cielo disegnato da nuvole e rondini che danzano libere sui campi di erba.










Anche se ho già visitato questo luogo, continua ad affascinarmi con la sua storia tra leggenda e realtà, provo sempre emozione mentre entro nell'eremo di Montesiepi, dove sotto la volta principale, è protetta la famosa spada, mentre le braccia mummificate di chi provò ad asportarla vengono conservate in una teca a lato. 




Poi seguendo il vecchio sentiero, ci rechiamo nella piana sottostante, dove dormiente riposa l'abbazia, tra campi coltivati e cespugli, nella pace della campagna toscana.





Bisogna sempre seguire i consigli degli amici, quindi dato anche l'orario, ci dirigiamo al chiosco posto nelle vicinanze, dove Giorgio di Cervia, mi ha consigliato di gustare i crostoni di pane toscano e lardo, accompagnati da una buona fresca birretta.










Ma mi chiedo perchè la roba più buona alla fine è sempre quella che fa più male, non bisogna abusarne, peccato avremmo fatto volentieri il bis di tutto questo ben di Dio, seduti a un tavolaccio tranquillamente nella natura.








Come contorno, un gruppo di rapaci osserva la scena, appollaiati sui rami venendo liberati dal padrone, alternativamente per un volo libero, con tanto di trasmittente attaccata agli artigli.

venerdì 10 maggio 2013

Costiera del Cilento da Ascea a Palinuro tra cielo e mare:



Si parte per l' ultimo tratto di costa ancora da esplorare, decidendo di spostarsi velocemente con la superstrada interna, per aver più tempo al rientro percorrendo la strada costiera e panoramica.
Attraversiamo valli incontaminate tra boschi e fiumiciattoli, con piccoli borghi arroccati o aggrappati ai costoni rocciosi.






Dei tanti borghi visti, ci colpisce quello di San Severino, di origine medioevale, venne edificato in una posizione strategica di difesa e di controllo del territorio, sui due strapiombi rocciosi che si affacciano sulla "Gola del Diavolo" rendevano, prima la torre quadrata e poi il castello, inaccessibili da due lati, mentre gli altri passaggi erano salvaguardati dalla cortina di abitazioni che erano costruite in maniera tale da costituire una barriera difensiva.



Lasciamo l' interno per tornare sulla costa lungo strade immerse nel verde di boschi e ulivi, seguendo le indicazioni che ci portano a Palinuro.












La stagione turistica non è ancora cominciata, ma si comincia già a percepirne l' avvicinarsi, con le strutture che cominciano a essere ripristinate dopo il lungo inverno. Profumi vengono rilasciati nell'aria dagli arbusti in fiore e fermarsi a lato della strada lungo la costa, regala panorami da gustarsi in silenzio.








Proseguendo verso sud, ci si gode dei paesaggi, con la strada che sfiora quasi il mare con spiaggette alternate a zone rocciose, con il profumo di salsedine che viene nebulizzato nell'aria dalle onde del mare che si infrangono sugli scogli. 









Marina di Camerota, ci accoglie luminosa e solare, con piante di fichi d'India e aloe sulla scogliera.


Forse per l' orario, forse per i profumi, ma veniamo rapiti dalla vetrina di una pasticceria, che come una gioielleria espone i suoi valori, quindi "schifosamente" ci regaliamo un cabaret di pasticcini e trovata un' oasi tranquilla, con vista mare, ci "droghiamo" di tutto questo ben di Dio.

Decidiamo di rientrare ad Agropoli, scegliendo di vivere i panorami che la strada costiera ci può regalare, ma purtroppo non tutte le ciambelle riescono con il buco. Dopo esser riusciti, dopo vari tentativi di trovare una scorciatoia per saltare dei lavori stradali che ci bloccavano il passaggio nel borgo di Pisciotta, ci imbattiamo in una frana della strada e che ci obbliga al rientro lungo stradine dell' entroterra, delusi per non poter vedere il paese di Ascea.



Per consolarci di questi imprevisti, ci regaliamo una cenetta di pesce, dai sapori unici e che ci ripagano delle piccole delusioni del pomeriggio.



Ultima cena... purtroppo in questo mondo di profumi di agrumi, di fiori, di leccornie magnerecce, certamente tornerò volentieri a trovarvi e ad accumulare qualche chiletto e a saziarmi di panorami...




... mi ritrovo molto nella famosa frase del film "Benvenuti al Sud" un forestiero romagnolo di sangue toscano in giro per le terre del Sud...