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sabato 11 maggio 2013

Toscana profumi e paesaggi tra natura e leggende:




tre giorni "on the road" nel ponte del 1 Maggio, nati dalla voglia di reincontrare una coppia di simpatici amici lombardi, Davide e Lucia, incrociati e conosciuti nel viaggio 2012 in Normandia - Bretagna. 










Ci si ritrova all'uscita del casello di Imola, per percorrere la valle del Santerno, il passo della Futa, per poi entrare nella mitica Toscana, culla di civiltà, di belle strade e curve, paesaggi e ottimo mangiare.



Dopo km di gusto puro, seguendo il profilo delle colline, la prima tappa del vagabondaggio è siglata nell'arrivo  nel borgo di Certaldo Alto. Passeggiata d'obbligo nel paese posto su una collina della Val d'Elsa, tra filari di vigne, ulivi, cipressi e che diede i natali allo scrittore e poeta del 1300, Giovanni Boccaccio.






La camminata nella via principale, con le case restaurate in stile originale, trasporta con l'immaginazione a tempi passati e ci si gusta queste visuali con contorno di profumi "mangerecci" che si perdono nell'aria.










                       



La serata ce la godiamo passeggiando per il centro storico, tra palazzi storici di un'altro gioiello di Toscana, Volterra, che con il gioco di ombre e luci, vengono resi più magici. La cittadina si trova arroccata su di un alto colle che domina la Val d'Elsa, con le sue possenti mura, testimonianza di un passato di assalti e invasioni.







Ma tutto questo passeggiare, complice anche il viaggio, ci "obbliga" a inserire le nostre articolazioni sotto il tavolo di un'osteria proprio sotto le mura che circondano il borgo e ci gustiamo il lato culinario di questo angolo di Toscana, ben felici di ampliare la nostra cultura.


Cultura, storica e gastronomica, con l'aggiunta di un giro di liquori finali, accelera l'avvicinamento delle braccia di Morfeo, quindi si rientra alla base per il giusto riposo notturno, contenti della giornata vissuta, in compagnia di amici, tra risate e ricordi.









Un caldo sole toscano ci risveglia la mattina seguente, abbondante colazione e si riparte rombanti verso le zone del monte Amiata, con una tappa alla spada nella roccia di San Galgano, consigliata agli amici che ancora non hanno avuto la fortuna di vederla.

La strada scivola veloce, mentre lo sguardo si perde lungo i profili delle colline, curiosando tra i campi, con il cielo disegnato da nuvole e rondini che danzano libere sui campi di erba.










Anche se ho già visitato questo luogo, continua ad affascinarmi con la sua storia tra leggenda e realtà, provo sempre emozione mentre entro nell'eremo di Montesiepi, dove sotto la volta principale, è protetta la famosa spada, mentre le braccia mummificate di chi provò ad asportarla vengono conservate in una teca a lato. 




Poi seguendo il vecchio sentiero, ci rechiamo nella piana sottostante, dove dormiente riposa l'abbazia, tra campi coltivati e cespugli, nella pace della campagna toscana.





Bisogna sempre seguire i consigli degli amici, quindi dato anche l'orario, ci dirigiamo al chiosco posto nelle vicinanze, dove Giorgio di Cervia, mi ha consigliato di gustare i crostoni di pane toscano e lardo, accompagnati da una buona fresca birretta.










Ma mi chiedo perchè la roba più buona alla fine è sempre quella che fa più male, non bisogna abusarne, peccato avremmo fatto volentieri il bis di tutto questo ben di Dio, seduti a un tavolaccio tranquillamente nella natura.








Come contorno, un gruppo di rapaci osserva la scena, appollaiati sui rami venendo liberati dal padrone, alternativamente per un volo libero, con tanto di trasmittente attaccata agli artigli.

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